Giornata mondiale dell’obesità

Dal 2015 il 4 marzo di ogni anno decorre l’obesity day, voluto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per puntare i riflettori verso un problema che sta riguardando un numero sempre più elevato di persone in tutto il mondo. Un problema che spesso non viene affrontato in modo corretto a causa della scarsa conoscenza e dei pregiudizi che lo circondano.

I numeri

I dati ISTAT rivelano che in Italia ci sono oltre 22 milioni di persone sovrappeso e 6 milioni di obesi. L’obesità è considerata una epidemia globale, che colpisce il 35% della popolazione mondiale, una percentuale più che raddoppiata negli ultimi 30 anni. Ormai riconosciuta come malattia, l’obesità è strettamente connessa a tutta una serie di altre patologie quali diabete, ipertensione, dislipidemie, malattie cardiovascolari e cerebrovascolari, tumori e disabilità (definite “malattie non trasmissibili”). A livello mondiale è il 5° fattore di rischio di morte e ogni anno causa il decesso di circa 2,8 milioni di persone. Si è inoltre visto che le persone affette da obesità che si ammalano di Covid-19 hanno un rischio più elevato di morire o di sviluppare forme gravi della malattia.

Cos’è l’obesità

L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce l’obesità come un “anormale o eccessivo accumulo di grasso che rappresenta un rischio per la salute”. Come si misura? Comunemente si fa riferimento all’indice di massa corporea, BMI (Body Mass Index), che si calcola dividendo il peso corporeo in kg per il quadrato dell’altezza in metri. Valori di IBM compresi tra 25 e 30 corrispondono a sovrappeso, superiori a 30 a obesità. Questo vale per gli adulti, mente per i bambini e gli adolescenti bisogna anche tenere conto dell’età. Anche la circonferenza addominale è un parametro importante: i valori da non superare sono di 88 cm nelle donne e a 102 cm negli uomini.

Pregiudizi da abbattere

Ormai da una decina d’anni l’obesità ha ottenuto lo status di vera e propria malattia disabilitante, ciononostante viene ancora stigmatizzata. Ci sono ancora molti pregiudizi sulle persone obese, ritenute pigre, troppo golose, deboli e prive di auto-controllo, invece occorre sottolineare che l’obesità non è una scelta ma una complessa patologia cronica polifunzionale determinata da fattori genetici (che pesano per il 40-70%), fisiologici, ambientali, psicologici e socioeconomici. La capacità di perdere peso in modo permanente per una persona obesa è una lotta contro i mulini a vento non per mancanza di volontà, ma perché subentrano risposte biologiche (atavicamente legate alla sopravvivenza) che portano al ripristino del grasso perduto aumentando l’appetito e rallentando il metabolismo basale. Dunque, è evidente che il problema dell’obesità non può essere affrontato dal singolo ma necessita di politiche nazionali di tipo sanitario, sociale e clinico.

Fonti
2nd Italian Obesity Barometer Report, IBDO Foundation
worldobesityday.org

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